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Detta anche Jack. Insolito, ma vero.

sabato 18 dicembre 2010

Retropensieri

In questi ultimi giorni il tempo è stato davvero pocchissimo. Le giornate sono volate via tra impegni di lavoro, feste e pranzi prenatalizi (come se quelli natalizi non fossero abbastanza!), la ricerca dei regali e ritagli di tempo con gli amici. Tra le corse, tendo sempre un orecchio all'Italia e cerco il tempo per leggere di quello che sta accadendo, anche se non mi sembra mai di averne abbastanza. Quante, troppe cose, esplose in così poco tempo e quante reazioni, purtroppo prevedibili.
Cerco di mettere insieme i tasselli del puzzle e riesco a fatica, o forse meglio ammettere che non ci riesco affatto. Provo, quindi, a chiedermi che strada stiamo facendo, dove stiamo andando ed è qui che arrivano le risposte più deludenti. Quando incapace di mettere a fuoco quello che accade, provo a prendere le distanze per avere una visione di larga scala e cercare una strada maestra: è proprio qui che le domande diventano più chiare e le risposte sempre più preoccupanti.

Provo a tirare le somme...oggi abbiamo un governo partito con una maggioranza schiacciante che si ritrova a festeggiare perchè riesce a conservare 3 voti di vantaggio in parlamento. Chiaramente, in termini politici la cosa è grave tanto quanto una sconfitta e determina un immobilismo che l'Italia ora non può permettersi. Oltretutto, vanifica il sogno di un governo forte e pronto a cambiare le sorti di questo Paese verso una svolta liberale. Eppure, sembra che abbiano vinto il Campionato. Finalmente dimostrata la supremazia contro nemici e traditori. Vinto il premio più ambito alla pesca del paese. Portato a casa il risultato vincente, detengono il primato in classifica. E naturalmente non ci facciamo mancare i dettagli: le risse, il tifo, gli assonnati in panchina.
L'opposizione, dal canto suo, vive momenti di imbarazzante indecisione e inutili tensioni interne. Come nella posizione diametralmente opposta, vive di "citazioni del giorno", incapace di trovare una voce unica che accolga e sintetizzi i valori e le proposte interne. Essere i meno peggio non è certo una proposta allettante da offrire al Paese.

Al centro, c'è l'Italia. Che inizia a vivere la sopportazione con insofferenza. Che urla, cerca spazi per farsi notare, come a rincorrere dei signori che sono troppo presi dai loro affari di palazzo per porgere un occhio alla massa. Che fa di tutto per essere ascoltata e si sente rispondere con superficialità e non senso. Ci sono persone, centinania e centinaia, che cercano spazio per porre questioni importanti e che si ritrovano, incosapevolmente, protagonisti di un percorso storico e sociale piombato sulle loro teste all'improvviso. Si arriva alla violenza, che inasprisce solo gli animi, causa sofferenza, crea una tale rabbia nel cuore della gente che questa smette di pensare e inizia a spendersi in giudizi. La scelta è fin troppo semplice: giusto o sbagliato, male o bene. Tutti sembrano chiamati ad offrire la loro sentenza. E da lì poi, ci si barrica dietro le proprie posizioni e tutti gli altri diventano sbagliati, addirittura stupidi. I peggiori personaggi che potresti incontrare. L'Altro diventa qualcuno da colpevolizzare di qualcosa perchè NOI possiamo giustificare le nostre posizioni rendendo tutto più semplice. Tutto è esauribile nel sistema binario "torto/ragione".
Quando si inizia a parlare della gente come di categorie vuol dire che la mente si è svuotata e che è solo la rabbia a trovare spazio. E ho tanto l'impressione che molta gente in Italia, oggi, sia vuota e colma di rabbia. Sul ciglio della sfida, della voglia di rivendicare una posizione di vittoria a tutti i costi, come per sentirsi finalmente forte. Padrona della posizione vincente. Quanta banalità.

I sentimenti non sono mai banali, nè le dinamiche che questi creano: la vergogna, la rabbia, l'euforia. Eppure vanno accolti, ascoltati, perchè sia possibile creare delle strade. L'Italia ha bisogno di strade. Di strade nuove, che inlcudano, che creino opportunità, che accolgano la frustrazione e diano forza a nuove speranza. L'Italia ha bisogno di credere in qualcosa che unisca e non divida. Ha bisogno di trovare qualcuno che creda nei suoi sentimenti e nella sua voce, di qualcuno che non la derida, ma ne ammiri gli intenti e abbia rispetto dei suoi sacrifici.

sabato 27 novembre 2010

L'INSOFFERENZA

Sto cercando qualcosa. Ecco che sento di essere di nuovo al punto in cui nasce la mia insofferenza.

Credo che per un'artista questo potrebbe considerarsi l'inizio di un periodo creativo... la necessità di cercare qualcosa che risponde alla domanda che avverti. La necessita dell'oggi. E allora si cercano le parole che definiscano il testo perfetto, le melodie che possano disegnare il peso che ha l'aria in questi giorni, forme e colori per tracciare lo stato d'animo. La necessità della ricerca, della prospettiva. La curiosità. La tensione al domani. Stati che in alcuni momenti si assopiscono, mentre io mi siedo tra quello che ho e me ne riempio la vita, poi si svegliano. Non necessariamente perchè qualcosa sia accaduto. Si svegliano e basta, è come l'arrivo di una stagione, sapevi che sarebbe arrivata anche il mese prima, ne cogli i primi segni con il passare del tempo e poi "puff" un giorno all'improvviso hai bisogno di infilare la maglia "pesante"...perchè è arrivato l'inverno.

Per me, che non sono un'artista, spesso è l'inizio della scoperta di qualcosa di nuovo, alle volte invece è insofferenza e basta. Arriva, mi scuote, un pò mi confonde e poi sparisce.
Certo, dirai, visto che arriva, vale la pena che ti permetta di scoprire qualcosa di nuovo! E son d'accordo, ma non sono io che decido in questo caso. Più che altro ascolto, eventualmente seguo e vedo dove mi porta.

Tuttavia c'è qualcosa che mi piace, o che comunque mi sorprende ogni volta. C'è qualcosa a cui non potrei sottrarmi e che mi attraversa completamente. E' questa tensione costante a sfidare me stessa, a cercarmi in ogni cosa che faccio, a mettermi davanti allo specchio per riconoscere qualcosa di nuovo. E' l'insofferenza che pesa così forte in ogni giornata da rendermi plasmabile e volubile, ma anche attenta ad ogni dettaglio. L'istinto diventa più pesante del solito, assume più forza rispetto al resto e mi regala un fiuto, un intuito che mentre mi muovo tra le regole della normalità, solitamente, non ho. E' come se tutti i miei sensi si assottigliassero per amplificarsi e ritrovare vigore. Vivo di sensazioni, colgo tutto ciò che mi si muove accanto con meraviglia e stupore, riassaporo tutto come fosse il primo assaggio e ne riscopro aspetti che forse avevo dimenticato o mai notato. Tendo verso pensieri insoliti e alle volte un pò irriverenti. Rido di più, piango di più, penso e parlo di più.

Non so mai dove mi porterà, se mi porterà a qualcosa. E sinceramente non vivo la preoccupazione di dover necessariamente arrivare da qualche parte. Arriva e basta. Come le stagioni. Come un temporale, che può lasciare tutto uguale dopo aver fatto un gran frastuono, distruggere ciò che incontra senza fare alcuno sconto o lavare tutto per regalare più colore ad un mondo che appariva grigio.

mercoledì 10 novembre 2010

Io e Holloway


In casa da sola con un gatto...gattino tecnicamente perche' ha solo sei mesi, gattone in sostanza perche' lo definirei "notevolmente grande per la sua eta' e particolarmente voluminoso". Me lo avessero detto un anno fa', non ci avrei mai creduto, io che sono stata cresciuta e pasciuta a campi sterrati, spiaggie e cani. Eppure, dopo solo due giorni abbiamo gia' acquisito le sembianze di una piccola famiglia e assorbito le dinamiche di una coppia ben organizzata. Dobbiamo assestare qualche dettaglio in realta'.... tipo: Cercare di dormire tendenzialmente negli stessi momenti delle 24 ore, preferibilmente di notte! Non certo perche' io voglia essere dispotica, piu' che altro dormendo in ufficio potrei apparire poco efficiente.
Ad ogni modo, stamattina, dopo avere affrontato una mattinata all'insegna della perfetta organizzazione con Holloway (il gatto, appunto) ed essermi assicurata di aver lasciato tutto in ordine: stacca l'elettricita', controlla i fornelli della cucina, chiudi luci e finestre; mi avvio verso la metro, soddisfatta perche' "faro' anche le corse, ma sono in tempissimo, anzi in anticipo addirittura!"
Insomma, poi alla fine, non va affatto male, gestisco bene la situazione! Posso anche gestire un gatto! Non saro' fresca come una rosa, ma mi difendo bene.
Arrivo in ufficio dopo avere affrontato il freddo spietato di una mattinata fortunatamente assolata e sfodero il migliore dei sorrisi: "Morning!" Ed e' quando la mia collega con aria un po' divertita mi chiede, "Tired?" che tutte le mie convinzioni cominicano a traballare. "Just a bit, but I'm ok it is because I'm looking after a friend's cat and we are spending a lot of time together!" Non credo di averla convinta, mi guarda con aria un po' compassionevole e inizia a chiedere dettagli, io la butto sul leggero. Sicura di me e delle mie abilita' organizzative. Alla fine lei sorride per gentilezza, io capisco ed istintivamente replico : "Do I look tired?" Senza indugio "Yes!". Ah! Forse non sono poi cosi' convicente! Le proprie convinzioni a volte ingannano.
Sorrido. Non mi addormentero' certo in ufficio oggi e sai che c'e'... stasera ci ridero' su'. Con Holloway!

martedì 26 ottobre 2010

Scissionista

Oggi leggo sul blog di Debora Serracchiani una riflessione che vorrei condividere e che mi lascia pensare...

Scissionista

lunedì 18 ottobre 2010

Enjoy the silence

Qualche volta basta un davanzale a cui appoggiarsi, il vento da ascoltare tra il silenzio di casa e le voci in strada, il piacere della sera... e ti senti piena.

mercoledì 15 settembre 2010

La donna: da custode del focolare a cacciatrice di letti (parte 2)

... c'e' decisamente qualcosa di piu'. Come potrebbe non esserci.
Siamo di fronte ad una politica che oltre a non creare nulla di concreto, oltre a non produrre risultati, si svuota di ogni significato e valore.

Siamo di fronte ad una classe dirigente che farebbe di tutto pur di giustificare se' stessa, come se oramai si vendesse al mercato. Siamo di fronte ad un Paese in cui tutto si va sgretolando, in cui sta diventando impensabile crearsi una famiglia e trovare un lavoro. Un Paese in cui l'informazione e' messa alle strette e la Magistratura e' derisa. Un Paese che sta a discutere mesi riguardo a quanto sia "essenziale" mantenere il crocifisso nelle classi, facendone anche un valore culturale, per poi lasciare Geddhafi professare l'Islamismo su un tappeto rosso. Un Paese in cui si crea la categoria dei "comunisti" per identificare il nemico pubblico in qualcosa che non esiste e poi si afferma che Putin e' un dono di Dio.

Si vive di claim e di spot, si definisce un progetto spaventoso (chi comprende le dinamiche comunicative lo sa bene), che e' quello del partito dell'amore per poi fare la guerra interna a chi "non la pensa come il capo", alzare il dito medio per esprimere un dissenso e lasciare che esseri umani possano morire di fame e sete su un barcone. Istigando continuamente all'odio e alla violenza.

Si promette tanto, tantissimo e poi quando arriva il momento della resa, quello in cui si dovrebbe valutare quanto fatto si cerca qualcuno su cui scaricare la responsabilita' degli insuccessi.
E individuare le responsabilita' di quanto viene fatto male o per niente, pare non sia nenche piu' legittimo, perche "che fai?cerchi il pelo nell'uovo?!"
Ognuno di noi ha una responsabilita' verso se' stesso e verso l'intera comunita'. La responsabilita' di valutare quanto fatto da chi sta ai piani alti! Non e' uno sfizio, e' un dovere. Non si cercano colpevoli, si valutano risultati di qualcosa che e' stato promesso e decantato, circa 10/15 anni fa!?! Non esistono martiri.

Il Paese dei Balocchi!!

I due episodi di cui vi dico, mostrano semplicemente la deriva. Disegnano il fondo di una societa' che non ha neache piu' la forza di indignarsi rispetto a delle offese cosi' profonde e di fronte ad una decadenza misera. Cosa vogliono insegnare! O meglio, hanno qualcosa da insegnare? Tra una battuta e l'altra, ogni tanto riesco a combinare qualcosa? O e' di questo che dobbiamo saziarci? Quali sono i valori proposti? La politica si impara duranti i corsi per giovani modelle (pagati con soldi pubblici)? O dovrebbe essere ispirata dalle azioni di tutti i giorni??? Azioni che definiscono la realta' in cui viviamo e plasmano quella del futuro.

In cosa dobbiamo sperare, dove dobbiamo guardare!
Se c'e chi, come me, conta di non dover infilarsi in qualche letto o di non dover ammaliare con gambe lunghe e snelle, ma spera di potersi misurare in virtu' di tutt'altro. In cosa dobbiamo sperare noi? Quali sono le opportunita' per la gente come me?
Ce ne saranno sempre meno?

Perdonatemi la noia, perche' questo, lo ammetto, è evidentemente uno sfogo, ma io alla "fiera della gnocca" proprio non ci sto!

martedì 14 settembre 2010

La donna: da custode del focolare a cacciatrice di letti (parte 1)


Negli ultimi tempi, tra un trafiletto secondario ed un editoriale in prima pagina ho raccolto tantissime notizie: novita', sviluppi, avvenimenti che mi hanno fatto sussultare piu' o meno fortemente, ma mi hanno sempre in qualche modo colpito. E ora si parla di scuola, ora di giovani ... ogni cosa mi colpisce. Mi sveglia e mi risveglia la coscienza. Alle volte mi sono detta che farei bene a pensarci meno, altre mi dico che quando certe cose mi sembreranno normali e non saro' spinta dalla curiosita' di comprendere certe dinamiche e cercare nuove prospettive allora, forse, mi saro' spenta. O saro' semplicemente appassita, meno donna, meno cittadina. Un po' meno me stessa.

Eppure, non ho alzato grandi polveroni negli ultimi giorni, l'informazione e' stata composta oserei. Chiedendomi se il fatto di parlare e riflettere su certe questioni possa definirsi in alcun modo"scomposto". Ma! C'e inevitabilmente un ma alle porte di oggi! Anzi ce ne sono due. Precisi ed acuti come due spine da cui mi sembra d'essere stata punta e di cui sento ancora il prurito. Due notizie che tra le altre mi inchiodano i pensieri perche' coinvolgono fortemente le donne, e richiamano pur non volendo la loro condizione nel nostro Paese, le loro possibilita' di vita e tutto quanto ci giri attorno.

Il primo forse e' cosa vecchia che si ripete: il Presidente Silvio Berlusconi durante il suo intervento alla festa dei giovani del PDL "Atreju" oltre alla quanto mai scontata invettiva contro la meschinita' della Magistratura italiana e di Gianfranco Fini, continua ad affrontare il discorso della precarieta' giovanile italiana ribadendo la possibilita' della caccia allo "scapolo d'oro".

Insomma donne, se avete la fortuna di essere carine o di ritoccarvi qui e la' per potervi omologare cosi' ai gusti dell'uomo medio moderno, non c'e' alcun motivo di preoccuparsi! Basta investire su se' stessi e sulla ricerca del partner modello, ricco, ricchissimo e preferibilmente vecchio, insomma meglio se dai 50 in su', cosi' che il desiderio di ereditare il tanto agognato bottino sara' presto soddisfatto. Insomma, non solo si riduce una delle questioni sociali piu' importanti d'Italia ad una storiella di poco senso e alcun contenuto, ma lo si fa anche inviando un messaggio che e' semplice e chiaro: quanto piu' sarai capace a venderti al miglior acquirente tanto piu' potrai vivere una vita tranquilla ed essere felice! I nodi essenziali sono due: 1) non importa quanto tu possa essere intelligente, meritevole o brillante sopratutto se non sei bella, non avere ambizioni e ricordati di dover dipendere da un uomo come ne fossi un surrogato; 2) mi raccomando al vincolo del matrimonio, senza quello il gioco e' vano, quindi l'unione deve trovare "valore" nel sigillo sacro e istituzionale del matrimonio. E che valore agguingerei!!!

Passiamo alla seconda spina...la ciliegina sulla torta! Straquadanio! Vogliamo parlarne? Deputato del PDL che dopo un'estate trascorsa a litigare rissosamente con i giornalisti e gli operai della Vinylis, ad insultare Roberto Saviano, ad invocare il metodo Boffo per Fini e le leggi ad personam per "difendere Berlusconi" (ci si chiede da cosa, la risposta sarebbe lo Stato, ma lui risponderebbe i Comunisti!!!!), afferma gloriosamente che : E' legittimo vendere il proprio corpo per fare carriera in politica e avere un posto in lizza! E ancora peggio si eclissa il deputato per giustificare questa affermazione, dicendo che oggi la politica ha una dimensione pubblica e quindi bisogna presentarsi agli elettori in un modo che "piaccia"!

Capite bene quanta fatica si faccia a commentare una "cosa" che non meriterebbe commenti come questa (se non altro non ne meriterebbe di educati), ma dato che pare che tutto sia normale o giustificabile negli ultimi tempi, allora tengo a freno nervi e lingua, e provo a commentare il mio sgomento.
La prima cosa che mi viene in mente mentre ancora leggo la dichiarazione del deputato e' quanto sia oramai basso il livello della politica italiana, in cui non si ha neanche piu' il coraggio di metterci la faccia quando si fanno delle affermazioni del genere, considerato che i cittadini non hanno piu' il diritto di "premiare o meno" chi credono con una scelta diretta. In fin dei conti si puo' dire quel che si vuole, tanto la poltrona viene assicurata dal partito e poco importa se una fetta dell'elettorato si puo' indignare. Per dirla in poche parole, non gli interessa neanche piu' di tutelare l'apparenza ora che non devono essere votati, basta essere nelle grazie del "capo".
Ma c'e decisamente qualcosa di piu'..

lunedì 30 agosto 2010

Quando arriva il momento di buttarsi nel mucchio!



Ci sono giorni in cui la luce non sembra mai quella giusta. Semplicemente non trovi la prospettiva, ma quando perdi la prospettiva alle volte diventa difficile anche svoltare l'angolo. E' un pò come perdersi, letteralmente, quello che cerchi magari è incredibilmente vicino, proprio lì. Ma tu non lo sai, non lo vedi e sopratutto non sai dove sei tu. Ogni passo può avvicinarti o allontanarti perchè non sai dove stai andando. In questo modo rischi di dimenticare addirittura dov'è che volevi andare. E ti fermi!
Ti fermi perchè hai paura di quel passo in più, quello sbagliato che potresti commettere da un momento all'altro. Perchè non ti senti abbastanza o ti senti troppo per una situazione e allora, forse, meglio non muoversi affatto!
Così nasce quel torpore che alle volte ci ingessa, motionless, come nel tentativo di fermare il tempo e guadagnarne un pò. Perchè ci serve per pensare, per decidere. Ed è lì che tocca letteralmente e delicatamente portarsi fuori e buttarsi nella mischia.
Ognuno ha i suoi personalissimi antidoti e metodi. Io potrei camminare ore, in mezzo alle persone, adoro fermarmi nelle vetrine per un caffè e leggere... mentre osservo la gente. Insomma, l'importante è che ci sia gente intorno. Più c'è n'è, meglio è! Le persone mi assorbono, le osserverei per ore. La mia vita ne incrocia così tante altre, diverse, profonde, simili, vicine o lontanissime. La gente, il calore di un gesto, di una smorfia, di un sorriso o un ghigno è la prima cosa che mi rimette in piedi e mi risveglia dal torpore.
Naturalmente è solo il primo passo, ma da qualche parte si dovrà pur partire.

martedì 24 agosto 2010

Shopping, le donne lo sanno!

Il processo di acquisto per una donna può essere un momento veloce dettato da un istinto immediato o altrimenti può definirsi attraverso una serie di contorti pensieri e relazioni che, nonostante voi non ve ne accorgiate, ruotano incessantemente nelle calde menti femminili.

Forse non tutti i passaggi sono scontati!
Fase uno: passo distrattamente davanti una vetrina, ma non riesco a tenere lo sguardo diritto davanti a me, ho bisogno di "studiare" le nuove collezioni.

Fase due: ieri "qualche vetrina mi sembrava interessante, oggi casualmente ho un pò di tempo libero entro a dare uno sguardo".

Fase tre: mi piace tutto! Praticamente mi identifico con il manichino...ho necessariamente bisogno di tutta la collezione perchè ora che ci penso mi resta poco o niente dell'anno precedente. O comunque domani potrei donare tutto ai poveri e ai bisognosi.

Fase quattro: come Ulisse che si allontana dal canto delle Sirene, ritorno alla realtà allontanandomi dai negozi e riprendo lucidità. Non posso avere tutto..devo scegliere. Cosa voglio? Cosa mi serve davvero???

Fase cinque: fase decisiva. Difficile capire perchè la maggior parte delle volte la risposta è invariata... le scarpe!Mi servono proprio le scarpe! Decisione presa. Domani le scelgo e le compro!

Fase sei: Finalmente ho un obiettivo e vado diretta alla meta, ho tutto con me, carta, scarpe facili da sfilare, amica per consulenza. Devo solo SCEGLIERE!!!!

Fase sette: Improvvisamente mi accorgo che ne vorrei almeno 5 paia... devo selezionare!Scrematura dopo scrematura, passerella dopo passerella, consulenza dopo consulenza..il cerchio si chiude alla top 3! Valutare pro e contro, pensare a cosa ho già e ai possibili abbinamenti.

Fase otto: attendo consiglio notturno e approvazione divina per sentirmi meno in colpa. (generazione di precari!!!!!)

Fase nove: ho deciso e sono pronta, sicura, ferma sulle mie posizioni. Esco dall'ufficio e mi fiondo a prendere le MIE scarpe nuove! Ma oggi incrocio tutte colleghe che indossano bellissime scarpe proprio proprio identiche a quelle che ho appena scartato. Sarà un segno??????

Fase dieci: arriva l'ora di uscire, chiedo gli ultimi consigli, vado verso il negozio, ma in realtà sono ancora indecisa. Le riproverò per prendere tempo?! Ci sarà un colpo di scena?

Fase undici: arrivo, chiedo il mio numero, il commesso gentilmente mi invita ad accomodarmi...poi torna e sorridendo mi dice che il numero è finito!!!!!!!!!! COSA?????? FINITO?????? Ma le ho misurate ieri!!Erano qui!!!(quelle con l'istinto schiacciante hanno sempre la meglio!?)

Fase dodici: sono disperata, le ho sempre volute, erano le scarpe della mia vita e io NON HO MAI AVUTO DUBBI AL RIGUARDO (vedi fase 10)!!! Mentre vado a casa a testa bassa....mi ritorna alla mente che lo stesso negozio si trova in un'altra zona della città. Nessuno puo fermarmi.

Fase tredici: corsa contro il tempo. Le voglio e le voglio ora. Domani potrebbe essere finito il numero! Attraverso la città, entro nel negozio e le cerco...fiuuuuuuuuuu... eccole, il numero? C'è...fiuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu

Fase quattordici: ora che sono calma ho tempo per misurarle e misurarne qualche altra. Dopo di che, acquisto. Colma di soddisfazione, cammino come fossi la protagonista di un film da oscar e già penso a cosa abbinarle l'indomani.

Poteva sembrare ridicolo, ma ora sapete tutti perchè le donne che acquistano qualcosa spesso si sentono come se avessero vinto una battaglia!!

lunedì 26 luglio 2010

WHO CARES?? I DO!

Sono proprio terribile, credo di doverlo ammettere. Non mi piace sbagliare, sopratutto quando intravedo gia' il prossimo gradino, il modo per fare bene. Allora viene fuori la parte perfezionista di me che vorrebbe poter sempre fare tutto bene, naturalmente al primo colpo! Voglio riuscirci e lo voglio ora!
Il punto e' che sapevo di essere affetta dalla "sindrome della maestrina", con tanto di dito indice sempre pronto ad intervenire per supportare ed arricchire le mie tesi, ma adesso anche quella della "prima della classe" non la posso reggere!
Dov'e quel sano menefreghismo che mi aiutava tanto ad essere felice quando le mie versioni di latino risultavano drammaticamente fallimentari??? Perche' onestamente, cosi' su due piedi, non ricordo di averne fatte dal greco!

Tocca fare i conti con se' stessi, qualche volta va anche bene far finta di essere qualcun altro, ma solo per giocare...

La verita' e' che i nostri limiti sono sempre li' a ricordarci quanto siamo fallibili e difettosi. Sarebbe carino se non spuntassero nelle occasioni meno convenienti, ma cosa vuoi farci: cosi' l'effetto shock ha decisamente piu' forza.
L'unica vera risorsa in questi, come in tantissimi altri casi, e' l'ironia! E lo so' che sembrero' una pazza se finiro' per oscurarmi e mettere il broncio per poi ridere confusamente nell'arco di 15 minuti circa. Rischiando appunto di apparire come una schizofrenica patentata.

Ma, pensandoci, preferirei ritrovarmi vagamente folle che banalmente perfetta!

venerdì 2 luglio 2010

Colorare la noia

Basta veramente poco.
Un momento di noia, seduta a questa scrivania, nell'attesa che scocchi il momento di andare, nell'attesa che la lancetta scorra avanti preferibilmente piu' veloce del normale. Un momento di noia che diventa insofferenza..forse perche' ferma non so stare, forse perche' la mente cerca sempre qualcosa.
E allora ho messo su le cuffie che normalmente usiamo per ascoltare campagne o video e ho caricato un po' di musica. Selezionata accuratamente per questa mente in cerca. Sono rimasta seduta su questa sedia (solo il piede va, proprio non riesco a tenerlo), ma gli occhi si fanno furbi. Furbi tanto quanto basta a portarmi da qualche altra parte. Qualunque altra parte. Qualunque posto io voglia.
E' cosi'incredibilmente semplice, alle volte basta solo lasciare spazio alla fantasia e ricordarsi che correre non serve poi a molto. Il tempo scorre veloce e la musica riempie tutta la stanza, colora i volti elle persone che mi siedono intorno. Ognuno di loro e' protagonista di una storia, di una racconto, di un pettegolezzo. Ogni sguardo, ogni sorriso, tutto si muove sulla colonna sonora come nel montaggio perfetto di un film da oscar. Vedo l'eroe, la principessa, l'ambizioso, l'artista, il severo arbitro, il romantico... mi spiace quasi un po' per loro. Per la prima volta.
Fino ad oggi ero io quella che rischiava di non capire i discorsi per intero, di non cogliere il senso sottile di frasi dette sottovoce e oggi, sono tutti loro ad essere fuori da questo mondo. Mi dispiace non possano cogliere il piacere e la meraviglia della mia lingua che, vi assicuro, ha qualcosa di speciale.
Basta cosi' poco a sentirsi un po' piu' forti, basta accettare la sfida, correre il rischio, tentare. Alle volte basta ricordarsi che siamo stati bambini e non c'e' modo migliore per essere davvero un adulto se non essendo un "bambino diventato grande".

giovedì 10 giugno 2010

Chi Io?? Io non ho detto niente!

Oggi è successo qualcosa, ma non lo so se ve lo posso dire.. o forse si, ma non credo di potervi dire quello che penso al riguardo.

Forse qualcosina, senza entrare nei dettagli ... pensandoci credo di non potervi dire assolutamente niente di ciò che penso!

Pensa te che criminale che sono, mi faccio venire idee brillanti tipo quella di dire la mia!!! Tranquilli, domani mi passa ... il tempo di abituarsi!

mercoledì 26 maggio 2010

LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE

Negli ultimi giorni sono continuamente di corsa, ma certi pensieri non smettono mai di ronzare nella testa.
E' arrivato il giorno dell'anniversario della morte di Giovanni Falcone e mi sono fatta delle domande: quanta strada è stata fatta da allora? Tutto il percorso di quest'uomo cosa ha insegnato all'Italia, ci sono ancora compromessi a cui siamo disposti a cedere?
Poi è arrivato il brevissimo ringraziamento di Elio Germano al Festival di Cannes che per un breve momento è riuscito a rappresentre un'Italia diversa dalla solita. Elio ha proprio la faccia del bravo ragazzo italiano, di uno di quelli "normali" intendo, che continua tutti i giorni a perservare, che fa quello che deve, insomma uno di quelli che ci mette la faccia e ha il coraggio di dire le cose che pensa. Oltretutto lo fa con una semplicità sorprendente e quasi etusiasmante.
Sarà che ci stiamo abituando alle cose troppo gonfiate? Sarà che ormai siamo abituati a sentire troppe parole, discorsi contorti, molto spesso inconcludenti se non addirittura vuoti. E facendo il punto della situazione quasi divento sospettosa ... pare che noi italiani siamo affetti da una strana patologia: non amiamo essere messi in discussione, ci arrocchiamo alle nostre scelte e difendiamo quello che tendiamo a preferire perchè "non possiamo ammettere di non aver avuto ragione". Perchè l'unica cosa che ci interessa è difendere la "parte che noi abbiamo scelto". Eppure così facendo si rischia di perdere di vista la sostanza per rimanere impigliati nella forma.

Tutto quello che ci gira intorno credo sia vano ormai, il punto è questo ... gli italiani non hanno voglia di pretendere per la fiducia che offrono, preferiscono giustificare le loro scelte piuttosto che chiedere di più e meglio in funzione di qualcosa che dovrebbe essergli dovuta.
Gli italiani preferiscono nascondersi dietro una bandiera e trovare qualcun altro su cui puntare il dito perchè quando si ha qualcuno da accusare di qualcosa ci si sente più leggeri ... e si distrae il pubblico.
Se tutto questo sia a discapito degli italiani stessi.. non importa a nessuno! L'importante è rimanere ben coperti dietro la propria bandiera e difenderne il valore come fosse lo stemma di un nobile casato, anche quando siamo costretti a servirci delle briciole.

Non c'è bandiera che tenga, non c'è colore che valga il volto di qualcuno con cui si può condividere un'idea, con il coraggio e la semplicità di aprirsi a chiunque altro possa meritare ciò che speriamo per noi stessi. Non c'è possibilità migliore che ASCOLTARE, cercare di attribuire valore alle persone per le idee che esprimono, per il coraggio di tentare e la lealtà di guardare al proprio percorso in modo trasparente.
Pare che in Italia pochi ne siano ancora capaci, ognuno ha un'accusa pronta per l'altro, ma nessuno è disposto ad ascoltare.

Stamattina mi sono ritornati alla mente i versi di una bellissima canzone di Gaber che dice così:
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Ho ricordato lunghe chiacchierate fatte con tanti che non la pensavano come me, il piacere di trovare un luogo di confronto, il gusto vivo che mi da ragionare su qualcosa, dire la mia per aspettare che l'altro dica. Imparare qualcosa di nuovo, cambiare eventualmente opinione.

Partecipare è una grande possibilità, è l'unica vera possibilità che ci rende liberi. Non lasciate mai che qualcuno vi dica chi sono i buoni e chi i cattivi, chi vale la pena di ascoltare e chi no. Non lasciate mai che dei volti siano appiattiti nel colore di una bandiera, abbiate il piacere di condividere le vostre idee. Non abbiate paura di essere contraddetti, ma piuttosto provate a godere del piacere di poter cambiare opinione qualche volta, aiuta a crescere. Non lasciate che qualcuno che non siate voi vi dica su chi puntare il dito e chi benedire. Siate pronti a partecipare, tutti i giorni, a mettervi in discussione... non c'è nulla da perdere!
Solo tanto rispetto da guadagnare prima di tutto verso se stessi.

martedì 30 marzo 2010

"Lettera a Sodoma"

Ho solcato la maturità con un’incredibile e probabilmente ingenua voglia di andare via da casa, ma non sapevo davvero cosa potesse significare. Tanta voglia di scoprire cosa d’altro ci fosse da vivere e pochissima paura di poter sbagliare mi spingevano a cercare una dimensione nuova, io mi limitavo a rispondere ad un richiamo. Come se avessi dovuto assolvere ad un importante compito per la mia vita. Un’incoscienza dettata dalla curiosità e da quella che io amo definire “sana leggerezza”; quel sentimento che alle volte ci guida istintivamente verso scelte più o meno importanti e ci ricorda che bisogna imparare a non prendersi troppo sul serio.

Copyright Salvatore Marcello
Avevo nella mente una confusa bozza in bianco e nero, nulla di più, e non mi importava sapere se, poco a poco, fosse stata colorata o quali colori avrebbero potuto darle forma e significato. Non c’erano aspettative, solo curiosità e la sottile insinuazione che forse altrove il mondo poteva essere diverso da quello che conoscevo.
La consapevolezza è arrivata più tardi. E’ cresciuta di pari passo con l’amarezza.
Mi è bastato cambiare città per accorgermi che il mondo non è sempre uguale a se stesso, che ognuno di noi porta con sé un pezzetto di storia e una fetta del posto da cui parte, ma poi si definisce anche in funzione di ciò che lo circonda. Così ho scoperto che il mondo intorno a me poteva essere quello che io volevo che fosse o almeno il posto in cui io potevo essere me stessa, senza dover chiedere il permesso, senza la rabbia data dal fatto che costruire in un posto in cui tutto viene distrutto significhi giocarsi la propria vita alla roulette, senza la paura che questa rabbia un giorno potesse diventare rassegnazione. Senza l’angoscia di dover rinunciare a me stessa. E forse questo è il centro di tutto, lo è stato per me almeno. Io sono sempre stata io, non mi hanno cambiata i luoghi in cui ho vissuto, piuttosto le persone e gli incontri. 
Con gli anni è aumentata la forza di camminare, eppure la nostalgia non mi ha mai abbandonata. E’ strano da spiegare, ma è come essere costretti tra due lame. Da una parte ci sono i miei luoghi, quelli che mi hanno dato un nome, mi hanno infilato nelle orecchie il rumore delle onde, mi hanno regalato un’imprevedibile e cinica ironia, una fragorosa risata e un’insana prerogativa nell’attitudine a gesticolare. Sono luoghi che conservano tradizioni preziose e abitudini uniche. Dall’altra parte, però, ci sono io, la voglia di trasparenza, la voglia di poter fare, di andare avanti e di non sentirsi legati ad un mondo che preferisce affondare piuttosto che guardare in faccia la realtà, la voglia di crescere, di discutere, di confrontarsi con il futuro ed eventualmente anche di mettersi in gioco per cambiare. Nel mio caso le due strade sembrano non incrociarsi mai.
 Mi capita di raccontare del posto da cui provengo accorgendomi che le contraddizioni di cui è fatto lasciano gli ascoltatori addirittura confusi. Mi concedo dettagli legati alla “dimensione socio-culturale” o al difficile rapporto tra “Stato e cittadinanza” per finire spesso impelagata in discorsi che tanti faticano a capire e altri preferiscono evitare; discorsi che non trovano “colpevoli” e magari non intendono farlo, ma inevitabilmente definiscono troppi complici.
 La distanza non mi ha mai allontanato da quei luoghi, ma mi permette di avere una prospettiva. Mi permette di avere una possibilità: la “mia” possibilità. La voglia di voltarsi mi accompagna fedelmente nel viaggio, ma il timore di rimanere incastrata in un mondo che disegna un circolo chiuso, che si sazia di sé stesso e non ha spazio per me è più forte.
Ogni giorno costruisco un nuovo pezzetto di me e porto un po’ dei “miei” luoghi nel mondo, non è sempre facile, ma va bene così.

La mia terra è un luogo che molti definiscono “difficile”, che io considero complesso. Complicato da spiegarsi e ancora più da comprendersi se non ne conosci gli odori e i colori. E’ un luogo in cui la gente si confonde, in cui la cultura ha profonde radici, ma spesso perde la memoria. Ti da tanto, ma non ti permette di viverlo. La mia terra mi ha dato un nome, ma il mio volto le somiglia solo in parte e non voglio che la mia vita ne subisca la sorte.

giovedì 25 marzo 2010

Capita in Italia

Dal Giornale di stamattina, articolo dal titolo: "La strana campagna elettorale di Fini. Da 3 mesi parla solo come l'anti-Silvio."


"Il segno - è la lettura di tutto l’entourage del Cavaliere - che ormai i due sono su strade troppo diverse. E che il presidente della Camera - chiosa il vicecapogruppo a Montecitorio del Pdl Osvaldo Napoli - ragiona con una «prospettiva diversa» e guardando «ad altro»."


Ancora non possono, ma secondo me tra un pò gli daranno del comunista!

domenica 7 marzo 2010

quasi quasi mi viene voglia di smettere di pensare...

Come avrete ormai capito in tanti io mi trovo a Londra... da qui cerco di seguire quello che accade in Italia curiosamente, aiutata dalla distanza che mi convinco possa sostenermi in una visione più lucida e forse meno passionale (diciamo pure meno tesa all'incazzatura) di ciò che accade nel nostro Bel-Paese!
Alle volte l'eco di quello che accade è così forte da arrivare a me senza che sia io a cercare info dettagliate e particolari; per farla corta: certi fatti parlano da soli!
Quello che sta accadendo in questi giorni ha un potere incredibile su di me, mi lascia senza parole... incredibile!!!
Ma... ho comunque qualcosa da rigirarvi e spero possiate comprenderne il senso. Insomma, a me è arrivato fortissimo, spero accada anche per voi leggendo questo post

Presente la teoria delle finestre rotte???

Alessia

sabato 6 marzo 2010

Primi passi nel mese di marzo

Finalmente stasera ritrovo il gusto di rientrare in casa lasciando il freddo fuori, accomodarmi nei vestiti "da casa", godermi la luce bassa della mia camera e la voglia di scrivere. Tengo la tv accesa in sottofondo perchè mi autoconvinco che oggi posso capire qualcosa di più di quello che capivo ieri!!!!
Ho avuto una settimana frenetica, piena! Quasi mi sembrava di non riuscire a starle dietro, ho fatto tante cose e tante altre le ho rimandate, ma ...mi è piaciuta! Mi è piaciuta perchè mi ha permesso di rimettere il naso nel mondo dopo che sono rimasta ferma in un angolo senza muovermi; come in attesa del momento giusto in cui ritrovare la voglia di camminare (alibi perfetto!).

Questa settimana è arrivata e mi ha rimesso sottosopra, mi ha svegliato dal torpore invernale, mi ha costretto a stare in giro anche con il vento freddo permettendomi così di cogliere il piacere di trovare un angolo assolato su un marciapiede all'ombra.
E' arrivata senza bussare, non mi ha chiesto il permesso... ma stasera ho voglia di appuntarmi di tutte le cose che non sono riuscita a fare o a dire in questi giorni perchè mi è ritornata la voglia di crederci.
Questa settimana mi lascia la voglia di scrollarmi dalle spalle l'inverno e la forza di guardare al grigio e sentire che posso essere più forte io, anche se qualche volta devi solo piangere per sentirti un pò più leggera.
Ho qualcosa da dire e non ho intenzione di starmente zitta, in un angolo, ad aspettare...

domenica 21 febbraio 2010

sanremo è sanremo?

Ultima serata di Sanremo, era tantissimo che non mi capitava di guardarlo, ma stavolta ci si riunisce in tanti, tutti a casa di un amico per ascoltare, commentare, pronosticare. Ci definiamo come giuria e ci prestiamo ad ascoltare attentamente pezzo dopo pezzo prima di votare; naturalmente la scala considerata va dall'1 al 10 e non si esclude alcuna possibilità. I pezzi si susseguono e i nostri commenti li accompagnano. Ci sorprendiamo a riconoscere dei pezzi di qualità legati sopratutto ad alcune presenze femminili (stroncate da lì a breve!?!).
L'ondata di entusiasmo iniziale va però scemando pian piano e la stanza si spegne sempre più: volti increduli, ghigni di delusione, applausi per l'orchestra interrompono i sempre più lunghi momenti di silenzio. Non vorrei star qui a farvela troppo lunga, ma posso sintetizzarvi qualscosa per farvi capire cosa succedeva:

-Si continua a rimandare a tutti i prossimi e possibili programmi che saranno in onda sul palinsesto RAI.

-C'è una inadeguata parentesi politica con tanto di operai che raccontano delle loro esperienze.

-Bersani viene invitato a parlare, ma non riesce perchè è fischiato prima ancora che inizi. Il ministro Scaiola invece è continuamente incoraggiato con applausi, ma anche lui non ha ancora iniziato a parlare.

-Bersani viene "stordito" dalle contestazioni o non riesce a spiccicare 2 (dico 2) parole di senso compiuto.

-Pupo che canta con mento alto ai valori della famiglia, d'altronde le ama così tanto che ne ha due! Poi guarda "il principe" con aria triste e cantando loda il coraggio del partner di non essersi mai definito tra coloro che soffrono e si sacrificano. Si canta al valore prezioso della storia...ma poi Filiberto li ha presi quei 260 milioni che chiedeva come risarcimento alla repubblica oppure no?? Non ricordo troppo bene.Insomma la "saga della finzione" propinataci come fosse un sentimento genuino!

-Ci si accorge che probabilmente ormai la popolarità ottenuta attraverso la tv viene utilizzata anche per strappare applausi, ma sopratutto voti durante un festival della canzone.

-Il principe dopo aver ballato in prima serata e presentato un programma di grande popolarità ci riprova con il canto e chissà che il prossimo progetto non sia cinematografico!

-Pare si stia assistendo all'ultima saga, l'ultimo reality: Amici contro Xfactor. E con loro si scatena il popolo del televoto!

In tutto ciò mi domando ... dov'è la musica? C'è spazio per gli innumerevoli artisti italiani al festival della canzone italiana?
...CHE AMAREZZA!

venerdì 12 febbraio 2010

Alla ricerca del lay-out

Non affezionatevi, sto facendo le prove.. vorrei trovare qualcosa che mi somigli!

mercoledì 20 gennaio 2010

Il colore del risveglio

Stamattina mi sono svegliata ansiosa di trovare il sole, ma il cielo è bianco e carico di neve!
Non mi va proprio bene, non stamattina. Mi muovo veloce, stivali, esco e dopo 5 minuti sono di nuovo qui.
Stamattina nella mia stanza è entrato il colore di un bellissimo fascio di fiori. Tulipani (li adoro) carichi di colori vivi e brillanti tra le tonalità del giallo, del rosso e dell'arancio. Mi guardano dal tavolino mentre io li guardo soddisfatta...c'è il sole nella mia stanza stamattina e io ho tanto da fare. Buona giornata.

martedì 19 gennaio 2010

un altro angolo di mondo

stanotte vorrei che la luna guardasse verso di me, mentre evidentemente è impegnta ad illuminare altri angoli di mondo. Stasera mi volta le spalle, il cielo si tinge di scuro e invade la mia stanza.
senza radici e senza appendici. non mi piace. mi mancano le mie persone. mi manca la possibilità di costruirmi dei rapporti solidi che facciano da base alla mia vita. So che dovrò reinventarmi ogni giorno, so che arriverà il giorno in cui dovrò iniziare da capo la mia vita da qualche parte. So che posso farlo. Ma stasera è tinta di scuro.

lunedì 18 gennaio 2010

Una calda sveglia ...

Stamattina mi sono svegliata prima delle altre, ne approfitto. Caffè, colazione, luce bassa. Mi godo il silenzio che c'è e penso a come svegliarmi in modo "morbido". Trovato! Mi racconto una favola! Una piccola storia che mi catturi completamente per qualche minuto, mentre il mio cervello pian pianino si rimette in moto. Rintanata tra i caldi cuscini della mia stanza, ho iniziato a guardare il video di una canzone: è un brand-new. Una prima assoluta. Mi accomodo per gustarne la visione. Play. Completamente assorta: mi innamoro tutte le volte, è più forte di me anche se confesso di essere una tipa difficile.
La bellezza di un racconto è che non importa dove ti trovi o cosa fai prima di inziare a seguirlo, non importa cosa hai per la testa perchè quando parte la prima parola, la prima immagine, la prima nota diventi parte del racconto stesso. Semplice osservatore o addirittura protagonista. Guardando questo video, stamattina, il posto in cui sono diventa poco importante, svanisce il valore di ciò che avevo in mente per questa giornata, progetti, intenzioni. Tutto passa in secondo piano rispetto al piccolo tempo che sto vivendo, tempo fermo nei fotogrammi che passano.
Ritrovo il gusto e il sapore di qualcosa che mi ha spinto e stimolato nello studio della comunicazione. La passione verso un mondo in cui le immagini e i suoni si legano in modo armonico come fossero un tutt'uno. In cui le parole sembrano trainate comodamente dal resto e arrivano con una incredibile semplicità e una potenza assoluta. Riuscire a trasmettere qualcosa tramite l'arte di creare un mondo, colorare delle immagini e dei suoni. Magari ognuno noterà particolari diversi o sarà mosso da emozioni personali, ma qualunque sia il modo, non puoi evitare che ti susciti qualcosa, che parli al tuo stomaco. E' totalizzante.
Finisce, ci metto qualche minuto per ritornare qui. Guardo verso la finestra e mi accorgo che il sole ormai si è svegliato e il cielo fortunatamente è limpido (per quanto possa esserlo il cielo londinese). Si sente anche qualche rumore in cucina, la giornata sta proprio iniziando... io ho ancora quella musica nelle orecchie e quelle immagini negli occhi. Un respiro profondo, finisco il mio caffè e vi do un morbido buongiorno. Assolutamente ispirato!