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Detta anche Jack. Insolito, ma vero.

sabato 18 dicembre 2010

Retropensieri

In questi ultimi giorni il tempo è stato davvero pocchissimo. Le giornate sono volate via tra impegni di lavoro, feste e pranzi prenatalizi (come se quelli natalizi non fossero abbastanza!), la ricerca dei regali e ritagli di tempo con gli amici. Tra le corse, tendo sempre un orecchio all'Italia e cerco il tempo per leggere di quello che sta accadendo, anche se non mi sembra mai di averne abbastanza. Quante, troppe cose, esplose in così poco tempo e quante reazioni, purtroppo prevedibili.
Cerco di mettere insieme i tasselli del puzzle e riesco a fatica, o forse meglio ammettere che non ci riesco affatto. Provo, quindi, a chiedermi che strada stiamo facendo, dove stiamo andando ed è qui che arrivano le risposte più deludenti. Quando incapace di mettere a fuoco quello che accade, provo a prendere le distanze per avere una visione di larga scala e cercare una strada maestra: è proprio qui che le domande diventano più chiare e le risposte sempre più preoccupanti.

Provo a tirare le somme...oggi abbiamo un governo partito con una maggioranza schiacciante che si ritrova a festeggiare perchè riesce a conservare 3 voti di vantaggio in parlamento. Chiaramente, in termini politici la cosa è grave tanto quanto una sconfitta e determina un immobilismo che l'Italia ora non può permettersi. Oltretutto, vanifica il sogno di un governo forte e pronto a cambiare le sorti di questo Paese verso una svolta liberale. Eppure, sembra che abbiano vinto il Campionato. Finalmente dimostrata la supremazia contro nemici e traditori. Vinto il premio più ambito alla pesca del paese. Portato a casa il risultato vincente, detengono il primato in classifica. E naturalmente non ci facciamo mancare i dettagli: le risse, il tifo, gli assonnati in panchina.
L'opposizione, dal canto suo, vive momenti di imbarazzante indecisione e inutili tensioni interne. Come nella posizione diametralmente opposta, vive di "citazioni del giorno", incapace di trovare una voce unica che accolga e sintetizzi i valori e le proposte interne. Essere i meno peggio non è certo una proposta allettante da offrire al Paese.

Al centro, c'è l'Italia. Che inizia a vivere la sopportazione con insofferenza. Che urla, cerca spazi per farsi notare, come a rincorrere dei signori che sono troppo presi dai loro affari di palazzo per porgere un occhio alla massa. Che fa di tutto per essere ascoltata e si sente rispondere con superficialità e non senso. Ci sono persone, centinania e centinaia, che cercano spazio per porre questioni importanti e che si ritrovano, incosapevolmente, protagonisti di un percorso storico e sociale piombato sulle loro teste all'improvviso. Si arriva alla violenza, che inasprisce solo gli animi, causa sofferenza, crea una tale rabbia nel cuore della gente che questa smette di pensare e inizia a spendersi in giudizi. La scelta è fin troppo semplice: giusto o sbagliato, male o bene. Tutti sembrano chiamati ad offrire la loro sentenza. E da lì poi, ci si barrica dietro le proprie posizioni e tutti gli altri diventano sbagliati, addirittura stupidi. I peggiori personaggi che potresti incontrare. L'Altro diventa qualcuno da colpevolizzare di qualcosa perchè NOI possiamo giustificare le nostre posizioni rendendo tutto più semplice. Tutto è esauribile nel sistema binario "torto/ragione".
Quando si inizia a parlare della gente come di categorie vuol dire che la mente si è svuotata e che è solo la rabbia a trovare spazio. E ho tanto l'impressione che molta gente in Italia, oggi, sia vuota e colma di rabbia. Sul ciglio della sfida, della voglia di rivendicare una posizione di vittoria a tutti i costi, come per sentirsi finalmente forte. Padrona della posizione vincente. Quanta banalità.

I sentimenti non sono mai banali, nè le dinamiche che questi creano: la vergogna, la rabbia, l'euforia. Eppure vanno accolti, ascoltati, perchè sia possibile creare delle strade. L'Italia ha bisogno di strade. Di strade nuove, che inlcudano, che creino opportunità, che accolgano la frustrazione e diano forza a nuove speranza. L'Italia ha bisogno di credere in qualcosa che unisca e non divida. Ha bisogno di trovare qualcuno che creda nei suoi sentimenti e nella sua voce, di qualcuno che non la derida, ma ne ammiri gli intenti e abbia rispetto dei suoi sacrifici.