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Detta anche Jack. Insolito, ma vero.

domenica 16 dicembre 2012

I miei occhi sul mondo cambia casa..

e sta cambiando veste, per cui da oggi mi troverete qui:

Jacklìn blog

Vi aspetto!


sabato 3 novembre 2012

Fai conto che sia un set

Ormai vi è abbastanza chiaro che io sono circondata da amici e conoscenti piuttosto saggi.

Per fortuna, aggiungerei, data la mia innata capacità di infilarmi in situazioni complicate e di non riuscire a sottrarmi quasi a nulla di quello che la vita continua a propinarmi.

Uno di questi amici, qualche mese fa, durante un tentativo estremo di recupero del mio umore, ha trascorso ore sfidando le mie battute sarcastiche e cercando di convincermi del fatto che tutta la "matassa" si sarebbe sciolta in un riso prima ancora di quanto io credessi.

Nonostante l'utilizzo di metafore e citazioni di versi vari ed eventuali, tirate fuori a caso pescando nel suo personalissimo cilindro di autori, cantati e scrittori... nulla sembrava poi così convincente.

Tra le varie, mi dice: "Guarda Ale che la vita è un po' come un film" -

[Un pòòòòò????? Sono anni ormai che affronto tutte le correnti d'aria che incrocio per strada, come se ci fosse una trionfante colonna sonora di sottofondo e la luce perfetta di un set cinematografico mi facesse improvvisamente sembrare irresistibile. E tu riduci tutto a "un po'"!?!]



- "Tu rimani ferma al centro e attraversi tutta la storia, mentre intorno a te gli altri personaggi cambiano" -

Son passati un po' di mesi ormai da quella chiacchierata, la matassa si è sciolta per lasciare spazio a tanto altro e io gli risponderei: 

"Alcuni personaggi cambiano e arrivano in un certo momento perché è l'unico in cui avrebbero avuto un senso. Altri sembrano aver sbagliato sceneggiatura, li incroci per caso fino a che t'accorgi che forse sei capitata sul set sbagliato. Altri ancora, arrivano solo per farti conoscere il valore della differenza, solo perché tu possa credere che valga la pena sporcartici le mani per poi scoprire che non è così. Infine, non ci crederai, ci sono quelli che il tempo passa, la forma cambia, ma non sono mai stati di passaggio, avranno sempre un posto nel tuo film".




mercoledì 24 ottobre 2012

La porta blu

Non so voi, ma io credo che le immagini abbiano un'incredibile capacità di esprimere idee e concetti che altrimenti se ne starebbero assolutamente muti. Sprecati.

Quando poi arrivano inattese, in un momento in cui certi giorni sembrano così lontani da essere diventati ricordi piccoli piccoli, allora il volume del messaggio si amplifica in modo tanto forte da fare eco nella testa.

E così è bastata una porta, la mia porta, a riportarmi a giorni di timore, insicurezza e grande libertà. Perché poi liberi ci si nasce, è una condizione che si ha dentro e che non smette mai di essere. Certo può capitare che tutto "l'intorno" cambi, ma basta riconoscersi per sentire che c'è.

E la mia porta era blu, un po' dissestata, ma bellissima, ve lo assicuro.



Quando me la sono chiusa alle spalle per la prima volta era notte fonda, pioveva, la valigia, come il solito, era troppo pesante e correvo il rischio di rimanere per strada sul serio.

Ed è stato così tutto il tempo: un rischio. Ho sempre lasciato dietro quella porta e chiuso fuori paure, tensioni ed insicurezze. Un po' tutti i giorni. Dal primo all'ultimo passo, con ironia, caparbietà e incoscienza probabilmente.

Ogni giorno ho creduto di non essere all'altezza del passo successivo, ho pensato di non riuscire ad andare avanti, ogni giorni ho dubitato di volermi mettere in gioco.
Sono brava a schivare i colpi io, lo ammetto.
Giorno per giorno ho scelto di sfidare quei limiti, senza alcuna certezza del risultato. 

Ora ricordo la vista dalla mia finestra durante il mio ultimo caffè londinese e ancora di più, la mia porta blu, dissestata di sicuro, ma bellissima, ve lo assicuro.






mercoledì 17 ottobre 2012

Le scarpe di un uomo non possono starci comode




Andiamo a fondo di ogni storia che incontriamo, ci lasciamo incuriosire da ogni sguardo che incrociamo, ogni scorcio di umanità ci attrae e siamo troppo spesso prese dalla convinzione di poter comprendere il fondo di ogni slancio, così come dalla sfida di poter sciogliere ogni nodo.


Mille volte nere e poi bianche in un solo giorno, mai grigie. Avventate ed istintive, implacabili e nervose o sorridenti ed ingenue, mai lineari.


Pronte a perdonare ogni torto subito o a ripartire da zero, a camminare nel tempo, senza il timore di attraversare le stagioni e la noia. 
Pronte a cambiare tutti i giorni, a modificare la realtà per renderla più divertente, a sconvolgere l'ordine delle cose.

Capaci di lasciarsi schiacciare dal dolore e di riuscire a riderne.

Pronte a metterci la faccia, ad alzare la voce sempre una tacca in più, così come a lasciar scivolare parole non dette nel buio di una gola troppo profonda per trovare fiato. 

Incoerenti tanto da sembrare surreali. Libere da ogni forma di compressione e di timore oppure racchiuse in un gomitolo di nervi. Mai solo in balia del percorso. 

Nervose, smaniose, capricciose, non contempliamo ordine che non lasci spazio alla fantasia. 

Conosciamo l'eleganza delle onde, ma viviamo increspate come il mare d''inverno. Sempre alla ricerca di aria buona da respirare, anche quando la vita ci spettina.

Mai una linea che sia piatta, uniforme, uguale a se stessa.

Mai nulla che sia impersonale. 

Le scarpe di un uomo non possono starci comode... anche se di quattro misure più grandi.
Viviamo con la stessa energia, ma con un'emotività che sposta il baricentro più in altro. Lì, fermo e ostinato tra la mente e il cuore.

sabato 22 settembre 2012

Questa storia parla di noi donne, che il mare ce lo portiamo dentro.


Credo ci sia bisogno di ispirazione.
Per tutto, nella vita, bisogna essere ispirati. Per iniziare, finire, chiudere e scoprire.
Ogni sentimento che ci aiuta o ci spinge a fare qualcosa nel modo in cui vorremmo farlo: affrontare un colloquio, un abbandono, un periodo di tanto lavoro, una sfida, gli occhi di una persona nuova. Qualunque cosa affrontiamo, che ci richiama a fare passi in avanti, merita ispirazione.
Ok, e dov'è che possiamo prenderla? Ognuno ha i suoi "luoghi / non luoghi" del caso. I miei sono le persone. Che per quanto io sia schiva, in realtà... ci si crede poco. Ma osservo e sento, sento sopratutto, e le persone le ho sempre sentite tanto.
Non mi interessano posti che non sappiano mettere insieme, aggregare, muovere, spostare forze come le persone possono.
Io la gente la guardo, ne osservo i dettagli, gli spigoli della faccia e i colori dei vestiti, le linee delle mani e l'andamento del corpo.
Ma è da quando un'amica tanto leggera quanto saggia, con aria un po' severa mi ha detto: "La gente devi lasciarla entrare nella tua vita, guardati intorno, fai amicizia ovunque hai possibilità di incrociare un altro sguardo. Al supermercato se è il caso. Lasciati guardare."  che ho iniziato a lasciare la porta socchiusa.

Questa storia parla di noi donne, che il mare ce lo portiamo dentro.
 Copyright  di Francesca Romana Smirne.

E fortuna, direi, le porte aperte permettono all'aria di cambiare e alla vita di entrare. Le persone hanno paure da condividere e storie da raccontare.
La mia, ultimamente arriva da una tavola imbandita, due bottiglie di vino e la compagnia di 3 donne molto diverse. Ma tutte di quelle che hanno dentro il mare.
Un incrocio, il nostro, fra 4 strade che arrivano da mondi separati. Quattro colori differenti, quattro sapori completamente diversi ed un unico modo di stare attorno ad un tavolo. Mettendoci sopra tutto, senza riserve, senza paura di bere un bicchiere di più, di dire la parola sbagliata o di alzare il tono della voce. Senza paura di essere autentiche, senza timore della nostra stessa diversità. Senza filtri. Senza formalità. Senza il bisogno di misurare ciò che sembrerebbe giusto o meno a chiunque altro non sia seduto a quello stesso tavolo.
La forza gira, come la vita, arriva, ti entra dentro e ti contagia.
E' così che nascono i semi buoni, dalle persone, quelle giuste.
E io, mi sento ispirata.

sabato 1 settembre 2012

Autocelebrazione profetica

Ora, io non vorrei sembrare una facilmente impressionabile, né troppo suggestionabile. 

Ammetto che qualche volta l'immaginazione mi abbia giocato brutti scherzi e che se non ce ne fosse così tanta, di immaginazione, vivrei molto peggio.


Ma, se dopo un post così: Grovigli, uno qualunque di voi si trovasse per caso in mano una rivista di cui non ha mai letto l'oroscopo e curiosamente leggesse questo.. bé non lo considerereste un segno? 

Oddio, va bé, forse troppo. Ma una piccola strizzatina d'occhio di non so chi, da non so dove? Posso, posso?







giovedì 16 agosto 2012

Grovigli



La verità é che per quanto ci si impegni, le persone ci deludono. 



Perché costruiamo, con cura e dedizione, rapporti che poi consideriamo forti e a volte (stupidamente) indissolubili per quanto intimi e profondamente veri. Ci convinciamo che tutto quanto vissuto e dato occhi negli occhi rimanga nel tempo, anche in vite lontane e strade discontinue, pronte a non incontrarsi mai. 

Ma le persone ci deludono, e noi deludiamo le persone. 
Ed è nel tempo e nello spazio che vive e che segue imperterrito, che riusciamo davvero a capire quanto vissuto. Per la prima volta. Come se non fosse valso a nulla tutto quanto affermato con forza e un pizzico di spavalda audacia. 

Nulla quanto a fondo ci si sia spinti gli uni nelle vite degli altri. 

Le persone dimenticano, si perdono, fuggono e ci deludono, basta una parola, uno sguardo, il tono della voce. 


Le persone ci deludono. 

lunedì 6 agosto 2012

Club Free. Please.


Qui non c'è spazio per chi sia o si ritenga perfetto, qui c'è spazio solo per chi è pronto a ridere della propria imperfezione. Per chi riesce a superare la consapevolezza di tutte le proprie mancanze per viversi con uno slancio che vada oltre le cose perfette da dire e da fare.

Se c'è qualcosa che profondamente mi disturba, allora sono i maniaci della perfezione, non quelli delle forme e delle visioni, che splendide incantano e ispirano anche me. Parlo di quelli del "perfezionismo arido", che non conosce sorpresa e non vuole confronto. Che non è pronto a guardare a ciò che non è atteso nè tantomeno a quanto non compreso.
La scusa, banale e sempre uguale, non può che essere la linea di ciò che è ritenuto all'altezza e di ciò che non lo è.

Nell'imperfezione e nell'errore, c'è ogni possibilità di slancio e di rivincita, di affermazione e di espressione.  

E quanto più mi infastidisce è che tanti, troppi di quelli che si dicono aperti ad una visione libera, si rivelino in realtà prigionieri di una propria filosofia d'esistenza che non ammette diversità, e ancora di più che non crede di poter imparare mai nulla da chi non è incluso nel cerchio perfetto dei nomi "in".

Mi sfiniscono i giri e i club di personalità esclusive ed autoreferenziali che non sanno far altro che parlar di se stessi o di quanto sia più o meno difficile rapportarsi ad un mondo "misero".

Prudo di fronte a chi non riesce a ridere gustosamente delle piccole o grandi gaffe quotidiane, delle cadute dal tacco, della pioggia presa in pieno, della parola giusta detta nel momento sbagliato, o della parola sbagliata detta nel momento giusto.

Img © Francesca Romana Smirne - "Fuck u" -


Non tollero chi non è disposto a chiedere, a fare alcuna domanda per capire chi c'è dall'altra parte dell'inquadratura. Che poi si sa, non dobbiamo certo essere tutti amici, ma la tessera del club dei "giusti" o dei "perfetti" o meglio ancora, degli "sbagliati e per tanto migliori", non può che farmi un'incredibile tristezza.


La bellezza si rivela in ogni angolo di normalità, se siamo troppo presi da noi stessi per coglierla, allora magari il problema è anche in noi.

martedì 31 luglio 2012

Come un pozzetto cieco

Tremo. 

Tremo sempre un po' quando pur costretta a non cambiare espressione, accolgo un pensiero non voluto.

Tremano le mani, tutto il resto è fermo e solido, ma le mani tremano. Dura pochi minuti, a volte è solo questione di momenti.

Solitamente mi basta camminare un po' e la tensione scende, cala. E' come se dimenticassi chi sono per pochi minuti: come sorrido delle cose che mi sembrano buffe e quante strane espressioni faccio delle cose che mi sorprendono. E' come se dimenticassi quanto possa incantarmi e quanto poi disincantarmi delle meraviglie che incontro. E' come se non sapessi più chi fosse quel bell'io, così come qualcuno si è divertito a definirlo oggi. E' come se per quei momenti io non fossi più io, fuori da me, distratta e ferma, e non riconoscessi lo stesso odore della mia pelle.

Img © Claudio Del Monte - Frammentisimili.it

Ed è camminando che ritrovo quell'odore, che si respira nei luoghi che ho sentito più intimamente miei, in cui ho lasciato distrattamente cadere capelli come briciole su un sentiero che riporta a casa. E capisco che troppo fragilmente vacillo, in preda al nulla, a timori banali e a pensieri non voluti.

Troppo facilmente, sempre tesa alla necessità di affermare e riaffermare, quando non serve. E troppo facilmente dimentico la libertà con cui posso stare di fronte a me stessa, la sensazione di pienezza che non mi ha mai abbandonato. Troppo facilmente dimentico.

Senza memoria, senza valore, senza peso.

Come un pozzetto cieco.

giovedì 26 luglio 2012

Dicono che sia poco romantico

Ti ho sempre baciato con gli occhi aperti, almeno un po'. Anche la prima volta.

Si, dicono che sia poco romantico, lo so. Per una questione di "trasporto", dicono.
Ma io ero incredula. Che tu fossi lì, che ci fossi anche io. Che io fossi stata così tanto tenace e tu così incredibilmente sfacciato. 



Avevo proprio bisogno di vedere che c'eri, di riempirmi gli occhi di quel momento che non sapevo se e quando si sarebbe ripetuto e poi, in realtà, neanche mi sembrava fosse fondamentale saperlo.

C'era qualcosa che ci aveva spinto ostinatamente a quel momento, quasi come una forza gravitazionale sul quel marciapiede, in una città lontana.
Ed era tanto abbastanza da tenerci incollati l'uno all'atra.

Gli occhi, aperti, si riempivano di tutto questo, avidi.

Dicono che sia poco romantico.

Dicono.

Sbagliano.

domenica 15 luglio 2012

Le regole del gioco che fai con la tua ombra



E' come se arrivasse poi, improvvisamente, qualcuno a mischiare tutte le carte sul tavolo e tu, che stavi giocando da così tanto e avevi imparato perfettamente tutte le regole di quel gioco non potessi far altro che saltare in piedi nervosamente.

E pontifichi e piangi e poi discuti e ti arrabbi.

Ma non ti fermi mai. Non sai bene se sia inerzia, ostinazione o tenacia. Ci sono giorni in cui ti lasci portare dal disordine, aspettando solo che passi quel momento, e altri in cui caparbiamente metti tutta te stessa in quell'unico passo avanti che farai. 

E così finisci per ritrovarti a camminare verso casa una notte d'estate a Milano, e ti misuri con l'ombra che ti disegna sul pavimento. Vedi i tuoi capelli corti, la canottiera lunga che cinge un pò i fianchi e tende a segnare bene ogni curva anche nel riflesso definito sul marciapiede. 

Ascolti la tua musica in cuffia e mentre la testa dondola pensi che ritrovarsi a parlare del nulla sul divano di un'amica, fare le scale di corsa in discesa e cantare nell'androne del palazzo per sentire l'eco della tua voce, è decisamente diverso da tutto quello che ti saresti aspettata, ma ti riconosci.

Ti chiudi alle spalle la porta e giri la chiave tante volte quante puoi per poi appoggiarti sfinita alla parete e togliere le scarpe, finalmente.

Quella nell'ombra non sembreresti neanche tu a tante persone, ma forse, il trucco era proprio tutto lì, ricordarsi che di regole non ce ne sono. Non ce ne sono mai state.

domenica 24 giugno 2012

Sms della buona notte, non sono tutti scontati

Emotività, ti distingue tra la folla;
emotività è la tua dolcezza;
emotività e sei così bella quando poi sorridi;
emotività che non passa inosservata;
emotività e tu imparerai a gestirla al meglio;
emotività che ti rende speciale.

Grazie Chiara.


mercoledì 6 giugno 2012

Basta avere una finestra

E poi, mica c'è sempre una vera ragione?




La rabbia può assalire come un pensiero veloce che attraversa la mente, come un' intuizione che neanche sfiora la verità, ma basta ad insinuare il seme della tensione.

Vedo troppe cose, tutte sempre uguali a se stesse. Inutilmente simili.

Apro la finestra, annuso l'aria che sa di estate, mi affaccio e sbircio negli affari dei ragazzi che passeggiano. Le ragazze urlano nervosamente e civettano, i ragazzi in realtà sono timidi, troppo.

C'è ancora qualche bici in giro, mi diverte osservare le persone ed immaginarne le storie, incredibili e affascinanti.

Mi piacciono le finestre con le luci accese, immaginare la vita delle famiglie, degli amanti e degli amici, provare ad ascoltare il fragore delle risate e delle chiacchiere confuse.

Chiudo, sto sorridendo, di me stessa, ma sa di buono.







domenica 3 giugno 2012

Capita per caso


E' domenica mattina, ho voglia di ciliegie, sorseggio il caffè, la tv parla piano in sottofondo.

Tengo la finestra aperta e mentre sento la voce di questo bambino urlante in festa, scelgo una canzone da ascoltare.

Son le 11.11, me ne accorgo ora, per caso.

Guardo fuori la finestra, ti sento.
Ciao.

venerdì 18 maggio 2012

La dose di coraggio giornaliera

Ci vuole coraggio, per dire la propria, per gestire la stancehzza, per continuare a sperare, per continuare a fare.

Ci vuole coraggio per tornare, per guardarsi, per andarsene, per raccogliersi, per cercare un'altra forma in cui essere, per toccarsi senza ferirsi, per non toccarsi, per avvicinarsi senza finire ad amarsi.

Per affrontare tutti quei "cercherò di" e "chissà se ce la farò"..

Per restare fedeli a se stessi ogni giorno e ricordarsi di mettersi al centro. Per non fuggire, per non patire, per non scomparire.

Per non mentire, per restare vivi, per essere reali, per ricordarsi di sognare, ogni giorno. Per non smettere di sentire, ogni giorno.

Se sai rischiare, se vuoi vivere, ci vuole coraggio.


domenica 13 maggio 2012

Scegliere una canzone di domenica


A pensarci bene, un giorno per riposarsi dovrebbe essere il "minimo legale da assicurarsi ogni settimana", ma poi quando arriva la domenica non capisco perchè mi sembra sempre che sia così incredibilmente... lunga.

Anzi, no, vuota. Del tipo, vorrei fare qualcosa, ma cosa?

Una volta smaltite le pulizie, che quelle si fanno di domenica per definizione, faccio la lavatrice, stendo e poi lo shampo.
E ora? Che faccio? Il tempo è ritornato ad annuvolarsi ed il vento è agitato, quasi ad urarlo: "Non è il momento di una passeggiate di quelle lunghe con la musica nelle orecchie, come piacciono a te!"

E ok, metto lo smalto...mai stata così veloce... aspetto si asciughi! Fatto! 

Ascolto un pò di musica? Ma quello lo faccio sempre ed insomma, io oggi cerco qualcosa che dia più senso a questo tempo e mi ancori a quello che sento e succede, proprio ora. Ed è proprio questa strana tensione che rende la ricerca della canzone domenicale tanto speciale, così com'è, protesa ad attribuire un valore a quel mentre che succede tra la libertà del sabato e la frenesia del lunedì.

Un ascolto non è abbastanza, oggi ci vuole una scoperta: qualcosa da vivere, da ascoltare e riascoltare perchè il tempo passi senza che io me ne accorga mentre mi perdo a capire chissà cosa voleva dire l'autore e perchè. Mentre scopro me stessa sentire certe e quali cose dentro quei versi.

Nessuno si affaccia alla finestra semi aperta che staziona sempre ferma lì, di fronte la mia stanza e la ricerca diventa una vera e propria impresa: l'impresa domenicale

Vengo salvata in calcio d'angolo, da una chiamata inaspettata. Convers e pullover di lana che è ritornato il vento freddo, qualche risata e tante chiacchiere, la maggior parte inutili, per ritrovarsi poi a cantare sotto casa a squarciagola in compagnia, mentre i passanti lasciano fare, come fossero le comparse di un film.
Il film sulla domenica e su tutto quel tempo che sta nel "mentre", tra quello che è già stato mettendoci dentro ciò per cui ci sentiamo in un certo, personalissimo modo, e tutto quello che sta per succedere domani

A me non resta che metterci del mio, partendo proprio da me e da tutte le canzoni cantate a squarciagola in una strada semivuota durante una serata fredda a Milano. 
La migliore scoperta che poteva arrivare a colmare la continua inquietudine.




domenica 6 maggio 2012

Guarda che Luna, Signora Luna.



"Signora Luna, che mi accompagni per tutto il mondo, puoi tu spiegarmi dov'è la strada che porta a me."

Signora Luna, che ti diverti a disturbarmi da sempre e sempre un po' di più, aiutami a sentirlo quel verso giusto e inaspettato.

Signora Luna, che per vanità m'incanti, mi piacerebbe somigliarti un po', un po' di più.

Signora Luna, che ti fai luminosa per soggiogare i progetti di una notte buia e dispettosa per stanare gli amanti nascosti.

Magnifica e perfetta, guarda me, ora che io ti guardo, ora che ti aspetto.

sabato 31 marzo 2012

La "N'ziria" !

 C'ho la "n'ziria" stasera. Non sapete di cosa parli?


Vi spiego.

E' quella sensazione di inquietudine mista ad agitazione, per cui ci si rigira nel letto senza dormire, si cammina tanto senza stancarsi, si fa tutto, ma disordintamente.

E' come quando senti che vorresti fare tante cose, ma non sai bene quali. O, ancora meglio, quando inizi a capire cosa vuoi fare, ma sei ancora nella fase del caos e intuisci che per l'ordine ci vuole tempo, esercizio e pazienza, perchè tutto è in divenire.

Non riesci a non fremere, a non spegnerti.. Come se avessi una destinazione che non puoi raggiungere.

Sarà che mi sto cercando, che il posto è sempre nuovo, che il centro di gravità continua a cambiare (e quello si sa, Battiato insegna, è bene che sia permanente).

Sarà che la strada è lunga ed è chiaro che il gioco è proprio percorrerla. Sarà che c'ho le ansie. Che ho ascoltato troppa musica. Che ho troppo voglia di cantare e di viaggiare.

Oppure sarà che ho solo nostalgia... di casa.


sabato 17 marzo 2012

Spring has sprung

Non sono favorevole ad una primavera senza te.


venerdì 16 marzo 2012

Raccogliersi

Cosa rende veramente speciale una persona? Un pezzo di strada fatta insieme, un gesto, una parola detta in un certo momento?

Cosa rende un'emozione unica, nel tumulto di emozioni che insistentemente ci investono e turbano?


Sono tante le cose che mi arrivano, che mi attirano, che smuovono il mio mondo ed il mio sentire. Ma c'è davvero qualcosa che fa la differenza? Ci sono davvero storie che tracciano un percorso diverso, non perchè siano perfette, ma perchè siano l'incontro di persone capaci di raccogliersi? 

Le strade sono spesso lunghe, soleggiate o meno, lisce o tortuose, possono segnare un tracciato ed è forse proprio il tracciato a fare la differenza. 


I passi percorsi, le impronte lasciate, la vita vissuta, gli orizzonti creati. La difficoltà non è sempre trovarsi, anche quando questo accade in condizioni assurde, la difficoltà è viversi, accogliersi, spingersi e compensarsi

La difficoltà vera è sfidare la vita, quando questa sembra girarci le spalle. Ostinarsi. Crederci.

Ci raccontano sempre che scegliersi sia un atto volontario e naturale, eppure forse, quello che fa veramente la differenza è raccogliersi, guardarsi e raccogliersi.

domenica 4 marzo 2012

Il viaggio in treno

Sono su un treno che viaggia veloce, nella mia fortunata carrozza numero 7.


Le persone sui treni son belle da guardare perchè hanno la faccia che somiglia alla loro storia e al loro viaggio. Anche i loro vestiti dicono tanto, c'è la signora elegante che rientra a casa, ma ha lo smalto perfettamente intatto e gli orecchini in tono con il twin-set, sembra non essersi sgualcita dalla sua partenza ad ora; il professore con le chiavi appese alla cintura e tanti doc da consultare, il maglioncino sgualcito e la barba. Secondo me insegna informatica o anche chimica. La coppia di ragazzi accanto a me che si diverte giocando a monopoli su iPad, sono felici, non mentono ... si capisce subito. L'uomo che si agita al telefono in corridoio parla con il suo amante, mi ha stretto il cuore ascoltarlo.


Poi c'è il mio nuovo libro che mi guarda dal tavolinetto perchè impaziente di essere sfogliato, ma proprio non riesco a resistere alla tentazione di passare il tempo fissando il mondo fuori dal finestrino, con la musica forte nelle orecchie. 

Mi piace perchè dal treno, il fuori sembra tutto bello, nonostante la luce bianca di questa 3° classe che appiattisce i colori e stanca gli occhi. Io tengo sempre gli occhiali scuri, qualcuno penserà che son cieca.

Uh guarda, c'è l'omino che mi chiede se prenotare per la cena, chissà come faranno a cucinare in un posto tanto stretto senza diventar matti! - mi chiedo io -. 

Naturalmente gli dico di no, sorridendo. Lui ricambia il sorriso con gli occhi.
Credo abbia apprezzato la mia gentilezza.
Credo che la gente migliore apprezzi sempre la gentilezza.
 
Che strane le domeniche di partenza, son domeniche solo a metà. Non c'è tempo per il caffè nè per il thè con le amiche ... ed è tutta una corsa su un binario che già sai dove ti porterà, pero devo ammettere, bella la magia del credere che possano portarti in un posto speciale. Nel posto in cui per qualche incomprensibile dinamica cosmica tu ti sia trovata ad "approdare" e che abbia "bisogno" che tu lasci un po' del tuo sapore in giro.
 

Ma è l'arrivo il momento che preferisco, quando come una bambina impaziente, corro ai taxi e fremo per salire sul "mio". È un lusso che mi piace concedermi qualche volta, perchè guardare la città di sera da un taxi mi riempie gli occhi di vita e parlare con uno sconosciuto che probabilmente non rivedrò mai più, può rivelarsi incredibilmente interessante.
Ho scoperto che la saggezza popolare dei taxisti è fenomenale.


Proprio quello che mi ci vuole perchè la mia mezza domenica abbia un po' il sapore che vorrei.

 

martedì 28 febbraio 2012

Se non vi bastassi, mi faccio in 2!

Da oggi, mi trovate anche qui... come se non ne aveste abbastanza di me! :)

Jacklìn; Femminile, singolare.

sabato 18 febbraio 2012

Parlando del Governo Tecnico...

E' un tornado, quest'uomo così composto ed equilibrato. Tanto composto ed equilibrato da metterci quasi in difficoltà.

E' inutile dire il contrario, può piacerci o meno, sta di fatto che ha cambiato tutte le carte in tavola.

Perchè noi, a dirla tutta, tra paillette e lustrini, grida e accuse  infamanti, c'eravamo quasi abituati.
Ormai credevamo che di buono ci fosse poco o niente, e che sperare di trovare un riferimento quantomeno autorevole fosse impensabile. Troppi personaggi, sempre gli stessi, tutti sostanzialmente incapaci di agire...e spesso anche di comunicare.

Abbiamo addirittura smesso di discutere. Noi, che ci fermavamo al bar, in edicola, in fila al super, ovunque, pur di chiacchierare di tutto quanto si animasse sulla scena pubblica.

Avevamo smesso di giudicare le cose importanti, di prendere posizioni ... anestetizzati da un mondo colmo di difficoltà e troppo facilmente conquistati dalle banalità.

Poi arriva quest'uomo e inizia a parlare di probelmi reali senza ombre e tabù, ma sopratutto prova a proporre soluzioni, di certo opinabili come quelle di tanti, ma, cavolo! Abbiamo finalmente qualcosa da giudicare!

Devo ammettere una cosa, se 6 mesi fa Berlusconi avesse proposto le stesse soluzioni, penso che l'intero Paese sarebbe insorto. Non perchè stesse peggio di ora o perchè non percepisse di essere già con l'acqua alla gola.

E' solo una questione di CREDIBILITA'. E quella non si acquista, si guadagna.

Ve lo consiglio, almeno per il primo minuto e mezzo.











sabato 11 febbraio 2012

Donne: un universo ancora sconosciuto? (2)

Quanto saranno mai complicate le donne?
Ok, signori miei, riprendo velocemente la questione per cui alcuni ostacoli legati alla gestione dell'universo femminile sono facilmente driblabili, a discapito delle apparenze.

Sarò breve e concisa.

Se siete con una donna in una circostanza più o meno romantica, la città è ricoperta da uno spesso manto innevato, parlate di cose interessanti e vi guardate intensamente negli occhi, una cosa da non dire MAI (e con MAI intendo proprio proprio MAI) è:

"Tu sei una di quelle 4/5 in gamba" o simili....


Il concetto è semplice e basilare: La donna è unica (una e trina).

Associatela ad un'altra qualunque donna che in quel momento fa parte della vostra sfera di interesse e avrete interrotto la magia e tutto quanto possibile in men che non si dica.

Le regole fondamentali sono poche, e neanche troppo difficili. Please!


domenica 1 gennaio 2012

L'anno che verrà (cantava Dalla)



Sul treno per Milano il primo giorno dell'anno non è proprio come essere a casa accanto al caminetto mangiando castagne, ma certo si vede un sacco di gente.
Le cuffiette e gli occhiali scuri, perchè confesso di partire con una voglia di socialità che è ben al di sotto dello zero. Anche la voce del capotreno che si cimenta in una performance d'inglese poco riuscita risulta irritante. E bè, quando è così, è così...pazienza!

Vorrei mettere in fila i buoni propositi per il prossimo anno, ma probabilmente diventerebbero un'altra check list da fleggare. Evitiamo. D'altronde si prova a dare sempre il massimo e quello che si raccoglie non è sempre in pareggio.

Allora io faccio così: vi dico solo cosa son certa ci sarà nel mio 2012.... di propositi pochi, di progetti qualcuno (ma la tradizione campana la dice lunga sul non svelare i dettagli per ogni progetto che si rispetti!).

Per il resto...

Ci saranno canzoni del venerdì da venir voglia di ballare, le mie insicurezze e il mio pragmatismo, le risate fragorose. Qualche piano di riserva, la settimana enigmistica e il giornale da sfogliare il sabato. I pranzi della domenica, i pasitos di Chiara, i pasticci con la farina e il forno per gli amici, il vino sempre in tavola, un pizzico di cinismo e una buona dose di sarcasmo (a sto giro il buonismo lasciamolo a casa). I lunghi discorsi sullo sgabbello della cucina, i tentativi di capire cose nuove e di impararne alcune, quelle da disimparare le ho già segnate! Più coraggio, qualche "pensiero fuga", tanti angoli ancora da esplorare, la voglia di viaggiare e di avere tempo per me. I libri di Virginia, l'intraprendenza di Giovanni e il naso che punta sempre verso il cielo. Il mio caffè americano e le troppe agende sparse in borsa.

Tutto questo e certamente qualcosa in più che mi auguro sia ancora da scoprire. Tutto con la stessa faccia, quella che non ho mai potuto fare a meno di metterci.


"L'anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando è questa la novità".


Buon anno a tutti!